In questo articolo vorrei parlare di una problematica che affligge (purtroppo) migliaia di persone.
In Italia “l'esercito” degli ipertesi può contare su almeno 15 milioni di “unità”. Tanti, infatti, sono gli Italiani che soffrono di pressione alta, una patologia che ogni anno è causa, o meglio concausa, di 240.000 decessi.
Cos'è l'ipertensione?
L'ipertensione arteriosa è un disturbo della pressione sanguigna caratterizzato da un suo valore a riposo più alto rispetto a valori fisiologici normali.
In generale, la pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue circolante sulle pareti delle arterie a seguito delle contrazioni del cuore.
La pressione del sangue è variabile nel tempo e la sua potenza dipende dalla quantità di sangue da fornire ai vari organi e tessuti.
Il corpo umano è in grado di eseguire aggiustamenti dei valori della pressione arteriosa nel giro di pochi secondi, attraverso una complessa interazione tra sistema nervoso centrale, ormoni e altre sostanze prodotte a livello del sistema nervoso periferico.
Quando la pressione arteriosa anche a riposo è costantemente alta si dice che si soffre di "pressione alta" o appunto di ipertensione o di ipertensione arteriosa, tre modi diversi per definire questo disturbo.
Nella maggior parte dei casi l’ipertensione arteriosa è dovuta ad eccessi di stress quindi sin da giovani è consigliabile mantenere la pressione arteriosa a livelli desiderabili seguendo alcune semplici regole di comportamento: seguire una dieta sana, tenere sotto controllo il peso, fare attività fisica, non fumare e, per quanto possibile, tenere lontano lo stress.
Nella maggior parte dei casi la pressione arteriosa elevata non dà sintomi; per questo l’ipertensione viene indicata come il ‘killer silenzioso’. In genere viene scoperta in occasione di un controllo dal medico o in farmacia.
Qualità sono le attività fisiche consigliate per prevenire e contrastare questo problema?
Un gran numero di studi dimostra che l'allenamento di resistenza infatti può ridurre di 10 mmHg i valori di pressione sistolica e diastolica, in soggetti con ipertensione essenziale moderata (PA 140-180/90-105 mmHg) e secondaria, con disfunzione renale (Casali P. M. 2008). Nelson L. et al. 1986, in uno studio australiano della Bakercal Research Institute ha esaminato gli effetti a lungo termine dell'allenamento sulla pressione arteriosa (BP) valutando tredici pazienti ipertesi.
Dopo un periodo di prova di sei settimane d'allenamento sono stati valutati i livelli d'attività fisica distinti in:
Sedentario
Attività moderata (45 min in bicicletta al 60-70% della capacità massima di lavoro tre volte a settimana per tre settimane)
Attività intensa (45 min in bicicletta sette volte a settimana per 4 settimane)
I valori pressori erano diminuiti scendendo di 09/11 mmHg nel gruppo con tre settimane d'esercizio e 16/11 mmHg nel gruppo con sette settimane d'esercizio (entrambi p <0 • 01).
Con l'aumento dell'attività fisica la resistenza periferica totale era diminuita mentre l'indice cardiaco era aumentato.
La concentrazione plasmatica di noradrenalina è diminuita, nella fase "sedentario", del 21% dopo tre settimane d'allenamento e del 33% dopo sette settimane d'allenamento mentre il peso corporeo e l'escrezione di sodio, nelle successive ventiquattro ore, sono rimasti costanti.
Il moderato esercizio fisico praticato regolarmente ha dimostrato di ridurre la pressione arteriosa ed ha dimostrato di essere un importante metodo non farmacologico nel trattamento dell'ipertensione.
Dopo questi dati, grazie a importanti studi eseguiti sul caso, viene davvero voglia di mettersi in moto e iniziare un'adeguata attività motoria.
In base al tuo livello di fitness, rivolgiti a uno specialista e costruisci un programma di fitness da abbinare a una corretta e sana alimentazione, in modo da iniziare un percorso di miglioramento della propria salute generale!
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